Sorgente acqua ferruginosa

Nell'abitato di Bagni, in località “ le acque” lungo la strada che porta alla malga Bordolona bassa, si trova un fontanino dal quale sgorga l’acqua della “sorgente Trozi”

Presso la sorgente è possibile sostare in un area verde attrezzata con tavoli, panche e focolari per barbecue. © Comune di Bresimo - Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

Descrizione

Corso d'acqua

Le fonti termali caratterizzano il Trentino da secoli, per non dire da sempre. Un tempo  si frequentavano quando si veniva in montagna per ritrovare un nuovo equilibrio o passare la stagione estiva, ma anche per seguire dei trattamenti terapeutici legati alle proprietà dell’acqua che sgorgava dalle fonti locali.

Il territorio di Bresimo, abbonda di acque minerali che sgorgano da diverse sorgenti quali: sorgente delle Frataze; sorgente dei Tròzi; acqua dei Tovati, sorgente “Mont dei Manzi”.

Caratteristiche dell’acqua della sorgente Tròzi

 

L’acqua è oligominerale ferruginosa composta anche da bicarbonati e solfato di calcio e magnesio.

Limpida e incolore alla fonte, poco dopo il suo prelievo, assume colorazione giallastra, dovuta al precipitare di ossido di fero, che formano dopo qualche tempo un sedimento rosso-giallastro sul fondo del recipiente di raccolta a testimonianza di una significativa concentrazione di ferro, presente in essa pari a 2-3 mg per litro rendendola così ferruginosa.

Si evidenzia un basso valore residuo fisso a 180°C(198 mg. per litro) da denominarla acqua oligominerale. La temperatura dell’acqua alla scaturigine è al di sotto di 20° e pertanto è da definirsi fredda.

Risulta batteriologicamente pura, completamente esente da batteri patogeni(streptococchi, salmonelle) e da batteri indicatori di inquinamento organico(coliformi), come evidenziano i risultati delle analisi eseguite.

Luoghi di interesse:

Acqua di San Vigilio

Sorgente dedicata a San Vigilio, Vescovo e patrono della città di Trento

Località Bagni-38020 Bresimo

Fontanino dal quale sgorga l'acqua chiamata di San Vigilio

Modalità di accesso

Lungo la strada(S.P.68) che porta alle malghe della Bordolona, a qualche centinaio di metri dall'Hotel Terme, sulla sinistra di trova la sorgente ai "Tròzi".

L'accesso alla sorgente è libero da barriere architettoniche.

Indirizzo

Ulteriori informazioni

Curiosità!

L’acqua termale di Bresimo

Nel 2001 l’allora Ministero della Sanità riconosce  all’acqua la qualità terapeutica per cure idroponiche e cure inalatorie ed aerosol.

L’acqua oligominerale ferruginosa delle Terme di Bresimo ha caratteristiche diuretiche e antuiricolitiche.

Può essere usata nella cura di riniti e sinusiti. L’impiego: cure idropiniche e aerosol.

Attualmente presso Hotel Terme è aperto un centro welness che utilizza l’acqua ferruginosa, proveniente dalle varie sorgenti, per le varie pratiche di benessere.

Le antiche terme

In un testo antico si evidenzia che la virtù curativa delle acque di Bresimo fu conosciuta già dal 1780  da molti stranieri che frequentavano il vecchio edificio “balneare” chiamato “le acque dei Baselghi “.

Fino agli anni ’60 a Bresimo, in località Bagni c’erano due strutture termali, che utilizzavano l’acqua termale: una ubicata nell’ “Albergo Comunale” l’altra nella strutta privata chiamata “la Rotonda”. Ambedue erano aperte nella stagione estiva(giugno-agosto) ed erano frequentate da persone che provenivano da fuori regione-nei primi tempi anche in carrozza- ma anche dai paesi limitrofi.

Chi veniva da fuori, soggiornava nei due alberghi locali: Albergo Comunale (attuale Hotel Terme)che offriva anche le pratiche termali; albergo Alpino dove soggiornavano le persone che frequentavano “la Rotonda”.

Qualcuno, per il soggiorno, prendeva in affitto un appartamento.

La Rotonda

La struttura termale, di proprietà privata, si chiamava la Rotonda; al piano terra si praticavano  le terapie, nel piano sopra invece era ubicato l’impianto di riscaldamento dell’acqua “termale”.

Un’importante applicazione, molto richiesta per la sua efficacia era la terapia con le così dette “ventose”(oggi chiamata “coppettazione” -cupping therapy)  indicata per numerose patologie reumatiche quali , dolore al collo, mal di schiena, mal di testa e colpo di frusta e persino mal di denti.

Altre pratiche erano il bagno a vapore in una specie di botte,  e un particolare  bagno chiamato “elettrico”: il paziente entrava in una sorta di botte tutta rivestita internamente da particolari lampadine funzionanti ad energia elettrica che generavano calore.

Molto richiesto era il bagno in vasche di acqua calda ferruginosa, indicato in particolar modo per la psoriasi e per dolori muscolari ed articolari. Dopo le terapie solitamente il paziente si sdraiava su un lettino, per circa venti minuti, per riposare e asciugare il sudore.

La terapia delle “ventose”, di allora

Si puliva la parte interessata con l’alcool; si inseriva in un “vasetto” di vetro dei pezzettini di carta di giornale, poi si accendeva una candela e si dava fuoco alla carta e nel contempo si appoggiava il vasetto sulla parte interessata in modo da creare una depressione interna che favoriva il sollevamento della pelle sottostante; si staccava il vasetto, si disinfettava e si applicava uno speciale “macchinetta”-che azionata faceva uscire delle piccole lamette-per creare dei  piccoli taglietti;  si riapplicava il vasetto creando così una depressione interna che causava la fuoriuscita dai tagli di un po’ di sangue e di una sostanza biancastra, ritenuta causa del “dolore”.

Sito web e servizi digitali OpenCity Italia distributed by Comunweb · Accesso redattori sito