Curiosità!
L’acqua termale di Bresimo
Nel 2001 l’allora Ministero della Sanità riconosce all’acqua la qualità terapeutica per cure idroponiche e cure inalatorie ed aerosol.
L’acqua oligominerale ferruginosa delle Terme di Bresimo ha caratteristiche diuretiche e antuiricolitiche.
Può essere usata nella cura di riniti e sinusiti. L’impiego: cure idropiniche e aerosol.
Attualmente presso Hotel Terme è aperto un centro welness che utilizza l’acqua ferruginosa, proveniente dalle varie sorgenti, per le varie pratiche di benessere.
Le antiche terme
In un testo antico si evidenzia che la virtù curativa delle acque di Bresimo fu conosciuta già dal 1780 da molti stranieri che frequentavano il vecchio edificio “balneare” chiamato “le acque dei Baselghi “.
Fino agli anni ’60 a Bresimo, in località Bagni c’erano due strutture termali, che utilizzavano l’acqua termale: una ubicata nell’ “Albergo Comunale” l’altra nella strutta privata chiamata “la Rotonda”. Ambedue erano aperte nella stagione estiva(giugno-agosto) ed erano frequentate da persone che provenivano da fuori regione-nei primi tempi anche in carrozza- ma anche dai paesi limitrofi.
Chi veniva da fuori, soggiornava nei due alberghi locali: Albergo Comunale (attuale Hotel Terme)che offriva anche le pratiche termali; albergo Alpino dove soggiornavano le persone che frequentavano “la Rotonda”.
Qualcuno, per il soggiorno, prendeva in affitto un appartamento.
La Rotonda
La struttura termale, di proprietà privata, si chiamava la Rotonda; al piano terra si praticavano le terapie, nel piano sopra invece era ubicato l’impianto di riscaldamento dell’acqua “termale”.
Un’importante applicazione, molto richiesta per la sua efficacia era la terapia con le così dette “ventose”(oggi chiamata “coppettazione” -cupping therapy) indicata per numerose patologie reumatiche quali , dolore al collo, mal di schiena, mal di testa e colpo di frusta e persino mal di denti.
Altre pratiche erano il bagno a vapore in una specie di botte, e un particolare bagno chiamato “elettrico”: il paziente entrava in una sorta di botte tutta rivestita internamente da particolari lampadine funzionanti ad energia elettrica che generavano calore.
Molto richiesto era il bagno in vasche di acqua calda ferruginosa, indicato in particolar modo per la psoriasi e per dolori muscolari ed articolari. Dopo le terapie solitamente il paziente si sdraiava su un lettino, per circa venti minuti, per riposare e asciugare il sudore.
La terapia delle “ventose”, di allora
Si puliva la parte interessata con l’alcool; si inseriva in un “vasetto” di vetro dei pezzettini di carta di giornale, poi si accendeva una candela e si dava fuoco alla carta e nel contempo si appoggiava il vasetto sulla parte interessata in modo da creare una depressione interna che favoriva il sollevamento della pelle sottostante; si staccava il vasetto, si disinfettava e si applicava uno speciale “macchinetta”-che azionata faceva uscire delle piccole lamette-per creare dei piccoli taglietti; si riapplicava il vasetto creando così una depressione interna che causava la fuoriuscita dai tagli di un po’ di sangue e di una sostanza biancastra, ritenuta causa del “dolore”.